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BIBLIOTECA > Gruppo di lettura
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VERGOGNA - J. M. Coetzee

David gode di buona salute, la sua mente è lucida. Di professione è - o è stato - uno studioso, e l'erudizione, a tratti, lo avvince ancora. Vive nei limiti del suo reddito, nei limiti del suo carattere, nei limiti delle sue capacità sentimentali. È felice? Secondo i normali criteri di valutazione, sì, ne è convinto. Ma non ha dimenticato l'ultimo coro dell'"Edipo": non dire di un uomo che è felice finché non è morto.
[J. M. Coetzee, VERGOGNA, p. 4]


VALUTAZIONE DEL GRUPPO [da 0 a 10]
- FORMA: 9
- CONTENUTO: 9
- NEL COMPLESSO: 9

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Libro di straordinaria intensità, che ho letto tutto d'un fiato. È una storia di coraggio, di passioni e di scelte alla ricerca di una perduta umanità, di sentimenti veri, dove la vergogna è di chi se la vuole attribuire, oppure di chi decide di lasciarsela alle spalle. Attraverso il percorso interiore del protagonista, veniamo immersi nell'intimo di una realtà cruda, dove i personaggi lottano e si sforzano in ogni piccolo gesto della quotidianità per trovare un senso alle loro piccole esistenze. Bellissimo il finale, dove viene rimarcato il significato che possono avere le scelte sulla nostra vita: è l'amore incondizionato che vince ogni pregiudizio e lenisce qualsiasi sofferenza. [Linda Rinaldi]

È un libro che non ti aspetti. Non ti aspetti un professore che dirige e poi subisce gli effetti del suo "gioco-passione". Non ti aspetti un'allieva che prima subisce e poi rovescia il "gioco" contro il suo professore "amante". Non ti aspetti una figlia che sembra subire e invece continuamente rimarca la sua indipendenza. Non ti aspetti un'Africa così cruda, ma ben stretta alle sue tradizioni. È un libro ben scritto. [D. B.]

Ciò che mi ha colpito di VERGOGNA è come Coetzee trasformi in poche pagine l'ambiente in cui vive la figlia di David, Lucy, da un paesaggio onirico, addirittura noioso, quello della campagna sudafricana, in un luogo pericoloso, quasi "mafioso". Indicative le ultime pagine del libro, in cui Lucy vuole sposare Petrus per avere protezione. È la violenza subita da Lucy, il fattore che fa da detonatore alla narrazione; oltre ovviamente all'espulsione di David dall'università. Posso garantire che Coetzee, con una prosa lineare e con una schiettezza "alla Kristof", riesce a far trasmettere emozioni fortissime, come ad esempio il senso di impotenza di Lucy, oppure la rabbia intrappolata di David. Lo consiglierei caldamente. [Davide Magalini]

Lo scrittore ci presenta due personaggi chiave: il padre e la figlia. Entrambi vivono a modo loro la propria vita; il primo, anche se adulto, sembra un immaturo irresponsabile, fino a quando, di fronte all'evidenza dei fatti, è costretto a prendere coscienza della gravità delle sue azioni. La figlia invece, per contrapposizione, è giovane ma determinata nelle sue scelte di vita, quasi a voler dimostrare quanto vale, anche se donna. Entrambi poi, attraverso un dialogo intenso e profondo, ed una reciproca conoscenza dell'altro, si trasformano ed accettano, non senza sofferenza, la nuova condizione di vita e si abbandonano al proprio destino. [Marta Loatelli]

Un libro duro, spietatamente umano, che attraverso la caduta di un singolo uomo ci porta ad intuire le dimensioni di una "disgrazia" ben più ampia, che abbraccia la condizione umana nella sua complessità, passando dalla dimensione individuale a quella famigliare, per poi riflettersi in quella storica e sociologica, ed approdare infine a quella tanto rimossa quanto fondamentale del nostro rapporto con gli altri animali, quegli animali che, per dirla con Lucy "ci onorano come dèi" e che "noi ringraziamo trattandoli come oggetti". [Marco Gasparini]