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LA DONNA ALLO SPECCHIO - Eric-Emmanuel Schmitt

Anne, Hanna, Anny: tre ragazze, tre spiriti liberi che si scontrano con le chiusure dell'epoca in cui vivono. Le loro storie si intersecano nonostante i secoli che le dividono, un intreccio all'inizio curioso, poi sempre più appassionante, fino a che un crescendo di rivelazioni porta le tre vicende a una conclusione congiunta.
Anne, nelle Fiandre del XVI secolo, è una mistica che parla con gli animali come San Francesco, fa il bene perché non concepisce altra forma di agire, percepisce Dio nella natura e non comprende la necessità dei riti religiosi. Ma è fuori tempo rispetto al periodo della Controriforma e dell'Inquisizione: la sua estatica serenità, unita alle maldicenze della gente "normale", viene presto tacciata di eresia.
Hanna, nella Vienna d'inizio Novecento, è una giovane aristocratica alla ricerca di se stessa, insoddisfatta delle convenzioni borghesi. Dopo molta infelicità riuscirà a individuare nella psicoanalisi, nuova strabiliante cura appena inventata dal dottor Freud, il modo per raggiungere le radici del suo malessere.
Anny è una star di Hollywood dei nostri tempi, drogata di celebrità e di sostanze stupefacenti, che cerca con l'abbrutimento di dare un senso a una vita in cui l'unico valore è il denaro; ci riuscirà invece attraverso la recitazione, e nel suo travagliato percorso esistenziale troverà l'amore.
Tre donne che esprimono la loro sensazione di differenza rispetto al mondo e la volontà di sentirsi libere rifugiandosi in uno spazio di silenzio interiore nel quale svaniscono tutti i limiti e i confini.
[Eric-Emmanuel Schmitt, LA DONNA ALLO SPECCHIO]


VALUTAZIONE DEL GRUPPO [da 0 a 10]
- FORMA: 9
- CONTENUTO: 8,5
- NEL COMPLESSO: 9

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Il pregio di questo libro è sicuramente la linearità. Infatti, nonostante ci siano tre storie ambientate in tempi differenti, l'autore riesce a collegarle in modo logico, rendendo semplice la lettura. Sono apprezzabili i temi richiamati da Schmitt nel testo (tra l'altro non semplici, come la psicoanalisi oppure il rapporto tra uomo e Dio) che rendono coinvolgente la lettura. [Davide Magalini]

L'autore descrive il ruolo delle donne e, attraverso le tre protagoniste dei racconti, le analizza in relazione al tempo di appartenenza. In tutto il libro si percepisce il filo conduttore che lega e accomuna queste figure femminili: il non essere libere di decidere o di scegliere e il dover sottostare alle imposizioni del periodo. Sono donne che, viste dall'esterno, sembrano felici e appagate, sono addirittura invidiate da altre, ma nel loro profondo sono sole e irrealizzate, incomprese da tutti, principalmente dai propri cari. Ed è proprio in forza di questa loro frustrazione che, con determinazione e audacia, ognuna a modo suo, si ribella per riscattarsi ed affermarsi come donna e non essere più vittima. Libro scritto molto bene, che cattura il lettore fin dalle prime pagine. [Marta Loatelli]

Un libro davvero molto bello... e delicato. Più volte mi sono chiesta se fosse davvero scritto da un uomo. Ci sono alcune sfumature dell'animo femminile che non pensavo che uno scrittore potesse cogliere. Mi sono piaciute tutte e tre le protagoniste ed il loro raccontare tre donne in tre epoche diverse. [Daniela]

È facile lasciarsi catturare da questo libro. La scrittura di Schmitt scorre fluida e leggera, a raccontare i destini incrociati di tre declinazioni di una stessa anima, separate soltanto dal tempo e dal dettaglio storico. Il fremito che percorre quest'anima evoca nomi diversi nelle diverse epoche in cui le persone che la incarnano si trovano gettate. Dio, la libido, lo sballo sono i termini che definiscono per le tre Anne lo stesso tipo di ricerca: l'oltrepassamento dell'orizzonte consueto, lo slancio interiore che la dimensione sociale non riesce a contenere. Certo, sembrerebbe facile scegliere fra le tre Anne... Dal passato al presente, sembra evidente la decadenza morale che si fa avanti... Eppure, non si può fare a meno di pensare ad una sorta di intercambiabilità dei tre destini, come se le differenze fra le tre protagoniste non fossero altro che i riflessi della dimensione sociale in cui vivono, differenze tutto sommato accidentali che presuppongono invece un fondo comune: quell'inquietudine profonda che soltanto le anime più sensibili riescono a percepire, e che le condanna a un'esistenza complessa e dolorosa, ma forse più autentica. [M. Gasparini]

Il romanzo si presenta ben scritto, di piacevole e coinvolgente lettura.
Mi ha colpito positivamente il messaggio trasmesso dall’autore tramite la narrazione dell’esperienza di tre donne vissute in epoche diverse ma simili per molti aspetti.
Comuni sono il desiderio, la ricerca di appagare quella tensione che da sempre fa sperare e ricercare, fino ad arrivare a percepire quell’amore assoluto che è dentro e attorno a noi.
E’ un amore infinito, universale che va oltre a quello carnale, un amore che pervade tutto il creato e ci fa sentire fusi con esso.
Contrariamente non mi ha entusiasmato la trama troppo fantasiosa dei racconti che ho fatto fatica talvolta a seguire perché alternati. [Linda Rinaldi]


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